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Camminare fa bene al cervello

Mens Sana in Corpore sano scriveva il poeta romano Giovenale (Satire X, 356), pregando gli dei che corpo e anima potessero crescere e svilupparsi insieme. L’idea dello scrittore latino, già anticipata nell’antica Grecia, racchiude in sè tanti elementi delle più moderne raccomandazioni mediche e, persino, alcuni aspetti delle più recenti scoperte scientifiche attorno all’importanza del movimento rispetto all’invecchiamento della mente…

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Invecchiamento attivo: la parola al neurologo

(si ringrazia la dr.ssa Mariarosa Rottoli - Direttore UOC Neurologia ASST Papa Giovanni XXIII

per il materiale fornito)

Movimento e cervello

  • L'attività fisica aumenta la neuroplasticità del cervello, aumenta la riserva cognitiva e la densità delle connessioni neuronali.
  • Aumenta il flusso cerebrale e l'angiogenesi (sviluppo di nuovi vasi sanguigni a partire da quelli esistenti).
  • Modula l'infiammazione, riduce lo stress ossidativo.
  • Aumenta la produzione di nerotrofine utili all'aumento del volume della sostanza grigia e dell'ipocampo (parte del cervello situata nel lobo temporale).
  • Migliora l'equilibrio e riduce il rischio di cadute, aumenta la massa muscolare, migliora l'umore.

 

La quantità di esercizio fisico è associata alla prevenzione della malattia di Alzheimer e della demenza.

  • Chi fa esercizio ha più possibilità di matenere funzioni cognitive nella norma rispetto a chi non lo pratica. Portatori asintomatici di una mutazione che hanno riportato di eseguire attività fisica per meno di 150 minuti a settimana hanno dimostrato un maggior carico di amiloide (sostanza di natura proteica che si deposita nei tessuti come conseguenza secondaria di gravi malattie croniche) rispetto a quelli che dichiaravano di eseguirne di più.
  • Sono stati dimostrati effetti, seppur moderati, dell'attività fisica anche su pazienti affetti da demenza in particolare sul migliorameto delle funzioni esecutive.

 

Alimenti e cervello

  • Chi segue una dieta a basso contenuto di carne e latticini, alto contenuto di frutta, verdura e pesce ha meno fattori di rischio vascolare, concentrazioni di glucosio ed insulina plasmatiche più basse e ridotti marcatori di stress ossidativo ed infiammazione.
  • E' raccomandato eliminare/contenere l'uso di alcolici <36g/d perchè livelli più alti sono associati ad un declino cognitivo rapido.
  • Sono importanti i polifenoli che proteggono dal danno indotto dalle neurotossine, hanno effetto antinfiammatorio e migliorano le funzioni cognitive. Li troviamo ad esempio nelle fragole, nei lamponi, nei mirtilli, nelle melanzane, nell'uva, nei semi di lino, nella curcuma, nelle albicocche, negli agrumi, nel cioccolato, nelle cipolle, nei pomodori, nel caffè e nel the.

 

Relazioni e cervello

  • La riserva cognitiva (variabile da individuo a individuo)è la capacità dell'encefalo di sopportare il danno senza un declino cognitivo e funzionale. Chi ne possiede una riserva elevata svilupperà demenza più tardivamente. La riserva cognitiva correla con un elevato livello di educazione e con lo status socioeconomico, ma non è una proprietà statica e può essere manipolata da interventi cognitivi anche nell'età adulta come esperienze stimolanti, relazioni sociali, affetti positivi, letture, giochi di logica , viaggi, hobby.

 

Prevenzione e cervello

  • Nel mondo il numero di pazienti affetti da demenza sta aumentando, anche se in alcuni Paesi l'incidenza è diminuta, questo comporta enormi costi sociali e familiari.
  • Bisogna prevenire i fattori di rischio incrementando l'educazione nell'infanzia, mantenendo uno stile di vita attivo, una vita sociale attiva, non fumando, trattando in modo corretto diabete, ipertensione, obesità, ipoacusia (diminuita percezione uditiva), ipo-visione.
  • Nel 2015: 47 milioni di persone sono state qualificate come affette da demenza. Questo numero triplicherà entro il 2050 in seguito all'aumento della popolazione anziana. I costi stimati sono attono agli 818 bilioni di dollari.
  • L'Italia è il Paese più longevo d'Europa: 13.4 milioni gli ultrasettantenni (22% della popolazione). I malati di Alzheimer sono 570.000, la loro età media è di 78,8 anni.